Divan Japonais
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De Toulouse-Lautrec Henri (1864-1901)
Henri de Toulouse-Lautrec (Albi, 24 novembre 1864 – Saint-André-du-Bois, 9 settembre 1901) è stato un pittore francese, tra le figure più significative dell'arte del tardo Ottocento. Divenne un importante artista post-impressionista, illustratore e litografo e registrò nelle sue opere molti dettagli dello stile di vita bohémien della Parigi di fine Ottocento. Toulouse-Lautrec contribuì anche con un certo numero di illustrazioni per la rivista Le Rire, durante la metà degli anni novanta.
Henri Marie Raymond de Toulouse-Lautrec Monfa nacque nel 1864 e fu il primogenito del conte Alphonse e della contessa Adèle de Toulouse-Lautrec. Essi discendevano dai conti di Toulouse, che per secoli avevano regnato sull'Albigese.
Nel 1872, Lautrec si trasferì con la madre a Parigi, dove frequentò il Lycée Fontanes (oggi Liceo Condorcet). Qui conobbe Maurice Joyant, di origine alsaziana; che divenne suo amico fidato; Joyant riconobbe presto il genio di Henri, ed in seguito sarebbe divenuto anche il curatore della sua eredità, il biografo e avrebbe fondato, ad Albi, il museo dedicato all'amico.
Nel 1878, ad Albi, nel salone della casa natale, Henri cadde sul parquet mal incerato e si ruppe il femore sinistro, l'anno successivo, durante un soggiorno a Barèges, mentre aveva ancora l'apparecchio ortopedico, cadendo in un fossato si ruppe l'altra gamba. Essendo affetto da picnodisostosi, le fratture non guarirono mai e le sue gambe smisero di crescere, così che da adulto rimase alto solo 1,52 m, avendo sviluppato un busto normale ma mantenendo le gambe di un bambino (0,70 m).
Fin dall'infanzia Lautrec aveva conosciuto René Princetau, un pittore sordomuto amico del padre, specializzato nelle raffigurazioni equestri o canine. Princetau si preoccupò della prima educazione artistica di Henri, lo portò al circo e a teatro e lo spinse tra il 1878 ed il 1881 a rappresentare soggetti "sportivi".
Dopo aver ottenuto la maturità nel 1881, frequentò più assiduamente Princeatu nello studio di Parigi a rue de Fabourg Saint-Honoré, quartiere abitato anche dai pittori Charles Busson, Ulysse Butin, Jean-Louis Forain ed Edmond Petitjean.
Gli anni accademici influenzarono Lautrec sotto l'aspetto estetico del naturalismo.
Cominciò ad esporre i propri dipinti mentre frequentava gli studi accademici, nel 1883 espose con lo pseudonimo di Monfà il suo primo quadro a Pau alla Société des Amis des Arts, la tavoletta s'intitolava "Un petit accident" (Un piccolo incidente) ed apparteneva al suo primo stile molto vicino agli insegnamenti di Princetau.
Nello stesso periodo Lautrec si avvicinò all'avanguardia degli Artistes Inchoérents definiti da Gérôme "Anarchici dell'Arte". Furono un gruppo di pittori ed illustratori di Montmatre che trattarono i temi artistici con umorismo ed anticonformismo.
Lasciata l'accademia le opere degli anni Ottanta risentirono di queste influenze, ma egli cominciò anche ad esplorare nuove correnti pittoriche avvicinandosi all'opera di Degas o ad i suoi vecchi compagni di corso Van Gogh e Bernard. Le opere di questo periodo furono perciò una commistione tra la struttura accademica e la pennellata frammentaria e più innovativa.
Il pittore belga Théo van Rysselberghe scoprì il talento di Lautrec e lo invitò ad esporre con il gruppo dei XX nel 1888 a Bruxelles.
Questa fu la sua prima importante esposizione, che gli permise di presentare le proprie opere con gli artisti più innovatori del momento. L'idea di esporre tra Les XX lo inorgoglì molto, gli stessi pittori curarono il catalogo dell'esposizione.
Fu definito "l'anima di Montmartre", il quartiere parigino dove abitava. Rappresentò spesso la vita al Moulin Rouge e in altri locali e teatri di Montmartre e di Parigi e, in particolare, nelle maisons closes (bordelli) dove a varie riprese fissò anche la sua dimora-studio anche se questo era vietato dalla legge: prima in quella di rue d'Amboise, poi in rue de Moulins.
Qui incontrava amici e colleghi, ma è probabile che la convinzione che Lautrec dimorasse per lunghi periodi nei bordelli venisse dalla comodità dell'artista di lasciare le sue opere da terminare sul "posto di lavoro" e non spostarle continuamente al suo studio di Montmatre, come per esempio la grossa tela di "Au Salon ".
A quanto sembra, contrasse la sifilide da Rosa la Rouge, che viveva in un bordello.
Sentendosi un emarginato come loro, divenne il loro confidente e il testimone della loro vita più intima. Infatti Lautrec non rappresentò i bordelli con l'interesse umanitario dei suoi colleghi di sinistra ma più per un interesse del divertimento pubblico e molte volte i luoghi e le persone rappresentate sono viste perfino felici.
Raramente ritrasse le prostitute in atteggiamenti erotici o di sofferenza perché comunque Lautrec nei propri lavori non mise mai in discussione la condizione sociale dei propri soggetti.
Uno dei problemi nella vita di Lautrec fu l'alcolismo. Egli raccontò che la prima sbronza fu nel 1881 ed il vizio dell'alcool lo perseguitò per tutta la vita.
Il suo stato di salute dopo il 1897 andò peggiorando, inoltre i danni provocati dalla sifilide, malgrado i trattamenti con il mercurio progredirono. Dopo il 1898 la sua produzione rallentò drasticamente, egli stesso dichiarò di trovarsi in uno stato di "rara letargia". Cominciò a soffrire di crisi paranoiche e fisiche accompagnate da allucinazioni.
Tornato a Parigi trascorse gli ultimi mesi molto debilitato ed allo stremo delle forze, venne riportato a Malromé nella tenuta familiare nei pressi di Saint-André-du-Bois, dove morì il 9 settembre 1901, pochi mesi prima del suo trentasettesimo compleanno.
È sepolto a Verdelais, nella Gironda, a pochi chilometri dal suo luogo di nascita.
Anche se di estrazione borghese, stilisticamente Lautrec non fu reazionario, ma si pose accanto alla pittura di Seraut, Gauguin, Van Gogh in aperto contrasto con gli ultimi impressionisti Bonnard e Vuillard.
Le opere dei primi anni furono ispirate dal movimento impressionista, esse sono caratterizzate da una pennellata veloce e nervosa con l'apposizione di colori poco miscelati, i soggetti però al contrario dell'impressionismo, non sono un tutt'uno con l'ambiente in una fusione tra effetto luminoso ed atmosferico, ma la figura viene sempre rappresentata in primo piano e l'ambiente che la circonda è solamente un pretesto per caratterizzarla.
In seguito Lautrec utilizzò nelle proprie opere una pittura ad olio molto fluida, quasi dovesse eseguire un acquarello, dentro però uno schema compositivo ben delineato. Abbandonò del tutto le sensazioni ottiche di Manet o Monet, per concentrarsi principalmente sul carattere della figura umana.
Estimatore dalla stampa giapponese, resa popolare da Théodor Duret, Lautrec diventò prima un collezionista di stampe di Ukyo-e ed in seguito questa passione si ripercosse anche nel lavoro con la semplificazione della linea e la stesura del colore in modo piatto ed omogeneo.
La tavolozza del pittore divenne molto semplice con la presenza predominante di blu e verdi, contrapposti ai viola ed ai rosa.
A prima vista, le opere mature di Lautrec sembrano quasi create "di getto", ma non è così. L'opera è frutto di studi preparatori al carboncino che si basano spesso su fotografie. In seguito Lautrec preparava un "cartone" su cui abbozzava con il colore viola o blu-vermiglio, molto diluito di trementina, le figure del quadro, sottolineate da "lumeggiature" bianche.In seguito all'evaporazione del "medium" rimaneva solamente il tratto del colore caratterizzato da un'opacità molto simile al pastello.
Sopra questo "impianto" il pittore stendeva poi il colore a questo punto spesso e continuo sempre però dando l'importanza principale alla linea del movimento e della figura che furono la costante nella sua opera.
Al termine della sua carriera, Toulouse stanco nel corpo ma non nello spirito crea delle opere caratterizzate da una materia pittorica spessa a pennellate molto larghe e di colore scuro, quasi spento. In alcune zone viene applicato il colore che definisce la figura sostituendone la linea che fino a quel momento era stata predominante. Queste opere sembrano quasi anticipare i temi dei Fauves e degli espressionisti.
Nei suoi quadri vi era la raffigurazione del proletariato e dei suoi divertimenti, acriticamente come spettacolo per la borghesia.
Le rappresentazioni di Lautrec dei bordelli parigini sono forse le sue opere più famose.
Lautrec lavorava molto spesso nei bordelli in centro città specialmente intorno all'Opéra ed alla Biblioteca Nazionale, ma principalmente nelle case di Rue d'Amboise ed al 6 di rue Moulin.
L'atteggiamento che il pittore aveva con le prostitute fu molto contradditorio. Lautrec aveva sviluppato un'amicizia con alcune di loro, ma altre lo chiamavano "Monsieur le Comte" e lui lodava il modo con cui gli lustravano le scarpe.
L'artista raffigurò le maisons rimanendo sempre all'interno di uno schema ben preciso. Non utilizzò né l'allegoria di Legrand o Zier, né la caricatura presente in molte raffigurazioni che Degas fece negli anni Settanta o negli acquarelli di Bernard, ma raffigurò le prostitute "a tutto tondo" sia nelle ore del lavoro che nel loro ambiente domestico. Trascurò il lato erotico della rappresentazione raffigurando raramente anche la clientela maschile.
Raramente Toulouse raffigurò le filles in atteggiamenti smaccatamente erotici o di sofferenza, al contrario le scene trasmettevano tranquillità e la rappresentazione era quella di donne che aspettavano di mettersi al lavoro con rassegnata docilità, propria della loro classe sociale abituata a servire, perché Lautrec essendo comunque un borghese, nei suoi dipinti non mise mai in discussione le classi sociali al contrario dei suoi colleghi di sinistra.
Nella sua vita Lautrec eseguì 30 manifesti tra i quali sono famosi i manifesti pubblicitari di locali parigini (Divan Japonais, Moulin Rouge: Bal Tous les soirs, Aristide Bruant all'Ambassadeurs), che nel tempo hanno reso celebre la loro immagine.L'ultimo venne eseguito nel 1896.
Illustrò delle riviste come «La revue blanche» e «L'estampe originale». Invitato da Manuel Luque, collaborò inoltre a lungo con la rivista satirica «Le Rire».
(Wikipedia)
Henri de Toulouse-Lautrec (Albi, 24 novembre 1864 – Saint-André-du-Bois, 9 settembre 1901) è stato un pittore francese, tra le figure più significative dell'arte del tardo Ottocento. Divenne un importante artista post-impressionista, illustratore e litografo e registrò nelle sue opere molti dettagli dello stile di vita bohémien della Parigi di fine Ottocento. Toulouse-Lautrec contribuì anche con un certo numero di illustrazioni per la rivista Le Rire, durante la metà degli anni novanta.
Henri Marie Raymond de Toulouse-Lautrec Monfa nacque nel 1864 e fu il primogenito del conte Alphonse e della contessa Adèle de Toulouse-Lautrec. Essi discendevano dai conti di Toulouse, che per secoli avevano regnato sull'Albigese.
Nel 1872, Lautrec si trasferì con la madre a Parigi, dove frequentò il Lycée Fontanes (oggi Liceo Condorcet). Qui conobbe Maurice Joyant, di origine alsaziana; che divenne suo amico fidato; Joyant riconobbe presto il genio di Henri, ed in seguito sarebbe divenuto anche il curatore della sua eredità, il biografo e avrebbe fondato, ad Albi, il museo dedicato all'amico.
Nel 1878, ad Albi, nel salone della casa natale, Henri cadde sul parquet mal incerato e si ruppe il femore sinistro, l'anno successivo, durante un soggiorno a Barèges, mentre aveva ancora l'apparecchio ortopedico, cadendo in un fossato si ruppe l'altra gamba. Essendo affetto da picnodisostosi, le fratture non guarirono mai e le sue gambe smisero di crescere, così che da adulto rimase alto solo 1,52 m, avendo sviluppato un busto normale ma mantenendo le gambe di un bambino (0,70 m).
Fin dall'infanzia Lautrec aveva conosciuto René Princetau, un pittore sordomuto amico del padre, specializzato nelle raffigurazioni equestri o canine. Princetau si preoccupò della prima educazione artistica di Henri, lo portò al circo e a teatro e lo spinse tra il 1878 ed il 1881 a rappresentare soggetti "sportivi".
Dopo aver ottenuto la maturità nel 1881, frequentò più assiduamente Princeatu nello studio di Parigi a rue de Fabourg Saint-Honoré, quartiere abitato anche dai pittori Charles Busson, Ulysse Butin, Jean-Louis Forain ed Edmond Petitjean.
Gli anni accademici influenzarono Lautrec sotto l'aspetto estetico del naturalismo.
Cominciò ad esporre i propri dipinti mentre frequentava gli studi accademici, nel 1883 espose con lo pseudonimo di Monfà il suo primo quadro a Pau alla Société des Amis des Arts, la tavoletta s'intitolava "Un petit accident" (Un piccolo incidente) ed apparteneva al suo primo stile molto vicino agli insegnamenti di Princetau.
Nello stesso periodo Lautrec si avvicinò all'avanguardia degli Artistes Inchoérents definiti da Gérôme "Anarchici dell'Arte". Furono un gruppo di pittori ed illustratori di Montmatre che trattarono i temi artistici con umorismo ed anticonformismo.
Lasciata l'accademia le opere degli anni Ottanta risentirono di queste influenze, ma egli cominciò anche ad esplorare nuove correnti pittoriche avvicinandosi all'opera di Degas o ad i suoi vecchi compagni di corso Van Gogh e Bernard. Le opere di questo periodo furono perciò una commistione tra la struttura accademica e la pennellata frammentaria e più innovativa.
Il pittore belga Théo van Rysselberghe scoprì il talento di Lautrec e lo invitò ad esporre con il gruppo dei XX nel 1888 a Bruxelles.
Questa fu la sua prima importante esposizione, che gli permise di presentare le proprie opere con gli artisti più innovatori del momento. L'idea di esporre tra Les XX lo inorgoglì molto, gli stessi pittori curarono il catalogo dell'esposizione.
Fu definito "l'anima di Montmartre", il quartiere parigino dove abitava. Rappresentò spesso la vita al Moulin Rouge e in altri locali e teatri di Montmartre e di Parigi e, in particolare, nelle maisons closes (bordelli) dove a varie riprese fissò anche la sua dimora-studio anche se questo era vietato dalla legge: prima in quella di rue d'Amboise, poi in rue de Moulins.
Qui incontrava amici e colleghi, ma è probabile che la convinzione che Lautrec dimorasse per lunghi periodi nei bordelli venisse dalla comodità dell'artista di lasciare le sue opere da terminare sul "posto di lavoro" e non spostarle continuamente al suo studio di Montmatre, come per esempio la grossa tela di "Au Salon ".
A quanto sembra, contrasse la sifilide da Rosa la Rouge, che viveva in un bordello.
Sentendosi un emarginato come loro, divenne il loro confidente e il testimone della loro vita più intima. Infatti Lautrec non rappresentò i bordelli con l'interesse umanitario dei suoi colleghi di sinistra ma più per un interesse del divertimento pubblico e molte volte i luoghi e le persone rappresentate sono viste perfino felici.
Raramente ritrasse le prostitute in atteggiamenti erotici o di sofferenza perché comunque Lautrec nei propri lavori non mise mai in discussione la condizione sociale dei propri soggetti.
Uno dei problemi nella vita di Lautrec fu l'alcolismo. Egli raccontò che la prima sbronza fu nel 1881 ed il vizio dell'alcool lo perseguitò per tutta la vita.
Il suo stato di salute dopo il 1897 andò peggiorando, inoltre i danni provocati dalla sifilide, malgrado i trattamenti con il mercurio progredirono. Dopo il 1898 la sua produzione rallentò drasticamente, egli stesso dichiarò di trovarsi in uno stato di "rara letargia". Cominciò a soffrire di crisi paranoiche e fisiche accompagnate da allucinazioni.
Tornato a Parigi trascorse gli ultimi mesi molto debilitato ed allo stremo delle forze, venne riportato a Malromé nella tenuta familiare nei pressi di Saint-André-du-Bois, dove morì il 9 settembre 1901, pochi mesi prima del suo trentasettesimo compleanno.
È sepolto a Verdelais, nella Gironda, a pochi chilometri dal suo luogo di nascita.
Anche se di estrazione borghese, stilisticamente Lautrec non fu reazionario, ma si pose accanto alla pittura di Seraut, Gauguin, Van Gogh in aperto contrasto con gli ultimi impressionisti Bonnard e Vuillard.
Le opere dei primi anni furono ispirate dal movimento impressionista, esse sono caratterizzate da una pennellata veloce e nervosa con l'apposizione di colori poco miscelati, i soggetti però al contrario dell'impressionismo, non sono un tutt'uno con l'ambiente in una fusione tra effetto luminoso ed atmosferico, ma la figura viene sempre rappresentata in primo piano e l'ambiente che la circonda è solamente un pretesto per caratterizzarla.
In seguito Lautrec utilizzò nelle proprie opere una pittura ad olio molto fluida, quasi dovesse eseguire un acquarello, dentro però uno schema compositivo ben delineato. Abbandonò del tutto le sensazioni ottiche di Manet o Monet, per concentrarsi principalmente sul carattere della figura umana.
Estimatore dalla stampa giapponese, resa popolare da Théodor Duret, Lautrec diventò prima un collezionista di stampe di Ukyo-e ed in seguito questa passione si ripercosse anche nel lavoro con la semplificazione della linea e la stesura del colore in modo piatto ed omogeneo.
La tavolozza del pittore divenne molto semplice con la presenza predominante di blu e verdi, contrapposti ai viola ed ai rosa.
A prima vista, le opere mature di Lautrec sembrano quasi create "di getto", ma non è così. L'opera è frutto di studi preparatori al carboncino che si basano spesso su fotografie. In seguito Lautrec preparava un "cartone" su cui abbozzava con il colore viola o blu-vermiglio, molto diluito di trementina, le figure del quadro, sottolineate da "lumeggiature" bianche.In seguito all'evaporazione del "medium" rimaneva solamente il tratto del colore caratterizzato da un'opacità molto simile al pastello.
Sopra questo "impianto" il pittore stendeva poi il colore a questo punto spesso e continuo sempre però dando l'importanza principale alla linea del movimento e della figura che furono la costante nella sua opera.
Al termine della sua carriera, Toulouse stanco nel corpo ma non nello spirito crea delle opere caratterizzate da una materia pittorica spessa a pennellate molto larghe e di colore scuro, quasi spento. In alcune zone viene applicato il colore che definisce la figura sostituendone la linea che fino a quel momento era stata predominante. Queste opere sembrano quasi anticipare i temi dei Fauves e degli espressionisti.
Nei suoi quadri vi era la raffigurazione del proletariato e dei suoi divertimenti, acriticamente come spettacolo per la borghesia.
Le rappresentazioni di Lautrec dei bordelli parigini sono forse le sue opere più famose.
Lautrec lavorava molto spesso nei bordelli in centro città specialmente intorno all'Opéra ed alla Biblioteca Nazionale, ma principalmente nelle case di Rue d'Amboise ed al 6 di rue Moulin.
L'atteggiamento che il pittore aveva con le prostitute fu molto contradditorio. Lautrec aveva sviluppato un'amicizia con alcune di loro, ma altre lo chiamavano "Monsieur le Comte" e lui lodava il modo con cui gli lustravano le scarpe.
L'artista raffigurò le maisons rimanendo sempre all'interno di uno schema ben preciso. Non utilizzò né l'allegoria di Legrand o Zier, né la caricatura presente in molte raffigurazioni che Degas fece negli anni Settanta o negli acquarelli di Bernard, ma raffigurò le prostitute "a tutto tondo" sia nelle ore del lavoro che nel loro ambiente domestico. Trascurò il lato erotico della rappresentazione raffigurando raramente anche la clientela maschile.
Raramente Toulouse raffigurò le filles in atteggiamenti smaccatamente erotici o di sofferenza, al contrario le scene trasmettevano tranquillità e la rappresentazione era quella di donne che aspettavano di mettersi al lavoro con rassegnata docilità, propria della loro classe sociale abituata a servire, perché Lautrec essendo comunque un borghese, nei suoi dipinti non mise mai in discussione le classi sociali al contrario dei suoi colleghi di sinistra.
Nella sua vita Lautrec eseguì 30 manifesti tra i quali sono famosi i manifesti pubblicitari di locali parigini (Divan Japonais, Moulin Rouge: Bal Tous les soirs, Aristide Bruant all'Ambassadeurs), che nel tempo hanno reso celebre la loro immagine.L'ultimo venne eseguito nel 1896.
Illustrò delle riviste come «La revue blanche» e «L'estampe originale». Invitato da Manuel Luque, collaborò inoltre a lungo con la rivista satirica «Le Rire».
(Wikipedia)