Gian Lorenzo Bernini nacque il 7 dicembre 1598 a Napoli, città nella quale il padre Pietro, toscano nato nei dintorni di Firenze, anche lui scultore, si era da poco trasferito con la moglie, la napoletana Angelica Galante, per lavorare nel cantiere della Certosa di San Martino. Nel 1605 tornarono a Roma e Pietro ottenne la protezione del cardinale Scipione Borghese ed ebbe l'occasione di mostrare il precoce talento del figlio.
La dizione ritenuta corretta del nome dell'artista è Giovan Lorenzo Bernini.
Le prime opere del Bernini rivelano subito la grandezza del suo talento, rappresentando i massimi raggiungimenti del barocco.
Nella prima fase stilistica, Bernini dimostra un interesse e un rispetto assoluto della scultura ellenistica in opere che imitavano alla perfezione lo stile antico, come nell'opera detta Capra Amaltea nella quale l'artista adottò una particolare tecnica di invecchiamento del marmo,tanto da far credere agli studiosi che la statua fosse d'età ellenistica. Il Bernini imita anche l'ultima fase della scultura di Michelangelo Buonarroti come rivelano il San Sebastiano della collezione Thyssen di Madrid e il San Lorenzo sulla graticola, della Collezione Contini Bonacossi di Firenze.
Con i quattro gruppi borghesiani, che lo tennero impegnato per cinque anni, Gian Lorenzo ottenne una fama immediata.
Lo studio dell'antico per Gian Lorenzo fu alla base della sua formazione artistica.
Virtuosismo e imitazione del vero erano le doti che i committenti illustri richiedevano allo scultore. Il genere del busto-ritratto fece la sua fortuna, anche economica: per tutta la sua vita gli fu richiesto di eseguire i ritratti dei papi, dei regnanti, dei nobili, dei personaggi più importanti ed influenti del suo tempo.
Al 1642-43 risale la bellissima Fontana del Tritone, la prima delle sue fontane: un insieme di motivi classici e seicenteschi in una fantasia del tutto barocca.
La fortuna dell'artista sembra fermarsi improvvisamente con la morte del suo protettore: infatti nel 1644 comincia il pontificato di Innocenzo X Pamphili, molto più austero, a causa della crisi economica dello stato pontificio dopo la guerra di Castro e del ridimensionamento del suo potere in seguito al trattato di Westfalia del 1648.Con la riconciliazione con il Papa si iniziava infatti in quegli anni uno dei periodi più favorevoli per le meditazioni del Bernini che, intanto il Papa Innocenzo X dava al Bernini il suo appoggio e gli permetteva la decorazione (con marmi colorati e statue di putti) del braccio lungo della Basilica di San Pietro.
In S. Pietro termina l'apparato decorativo interno con la spettacolare macchina della Cattedra di San Pietro (1657-1666) situata in fondo all'abside.
All'esterno costruisce il colonnato ellittico, un intervento urbanistico e architettonico, uno spazio dedicato alle cerimonie religiose pubbliche, un'invenzione dal forte contenuto allegorico, che sottintende all'abbraccio della Chiesa, intesa come istituzione ecumenica, alla totalità del suo popolo.
Il sagrato è di forma trapezoidale, e precede la piazza di forma ovale con due centri dati dalle due fontane a lato dell'obelisco, circondata da un porticato di ordine dorico.
Muore il 28 novembre del 1680; la sua reliquia viene posta nella chiesa di Santa Maria Maggiore, a Roma. Il suo ultimo lavoro è il busto del Salvatore conservato nel convento di San Sebastiano fuori le mura a Roma. (Wikipedia)