Paolo Veronese, al secolo Paolo Caliari (Verona, 1528 – Venezia, 19 aprile 1588), è stato un pittore italiano del Rinascimento.
Divenne noto come "Il Veronese" per via della sua città di origine, Verona, anche se spese gran parte della sua carriera a Venezia.
Figlio di un Gabriele scalpellino, già nel 1541 era discepolo e aiuto di Antonio Badile; la sua prima opera d'impegno è del 1548 (Pala Bevilacqua-Lazise). Negli anni successivi lavorò a Castelfranco per i Soranzo (1551) e per il cardinale Ercole Gonzaga a Mantova (1552), trasferendosi poi a Venezia a dipingere per il Palazzo Ducale (1553). Dopo una breve pausa a Verona, nel 1556 si trasferì definitivamente a Venezia, dove partecipò alla decorazione del soffitto della Biblioteca Marciana.
A Venezia rimase fino alla morte, pur non trascurando incarichi esterni (Villa Barbaro a Maser, 1561, pale per Padova, Verona, Vicenza). Nel 1566 aveva sposato Elena Badile, figlia di Antonio, da cui ebbe cinque figli: Gabriele (7 settembre 1568), Carlo (20 luglio 1570), Orazio Bortolo (3 settembre 1571), Vittoria Ottavia (15 novembre 1572; moglie di Domenico Dotto) e Camillo (agosto 1579 - settembre 1579). Gabriele (1568 - 1631) e Carletto (1570-1596) con il fratello di Paolo, Benedetto, furono i suoi principali collaboratori.
La gran parte dei lavori del Veronese sono realizzati in uno spettacolare e colorato stile manierista veneziano.
Il censimento di Verona attesta che Veronese è nato nel 1528 da un tagliapietre chiamato Gabriele e da sua moglie Caterina. Dall'età di quattordici anni, Veronese andò a fare praticantato nella bottega di Antonio Badile, e forse con Giovanni Francesco Caroto.
Risiedette per un breve periodo a Mantova, nel 1548 (dove realizzò gli affreschi del Duomo della città) prima dello stanziamento definitivo a Venezia. La prima commissione veneziana fu la pala per la Cappella Giustiniani in San Francesco della Vigna nel 1551. Nel 1553 ottenne la sua prima commissione pubblica, l'affresco nella Sala dei Consiglio dei Dieci e dell'adiacente Sala dei Tre Capi del Consiglio. Successivamente dipinse Storia di Ester nel soffitto della chiesa di San Sebastiano. Furono i suoi affreschi e quadri a San Sebastiano, nel palazzo Ducale e nella biblioteca Marciana che lo stabilirono maestro fra i suoi contemporanei. Queste opere collocano la maestria del Veronese sia al livello del Correggio che a quello di Michelangelo.
Nel 1556 Veronese venne incaricato dai monaci benedettini di San Nazaro e Celso di dipingere per il refettorio del loro convento a Verona, il primo dei suoi teleri con scene monumentali di banchetti, la Cena in casa di Simone (oggi conservata nella Galleria Sabauda di Torino), dipinto ultimato nel 1570. Durante una pausa dalle sue opere per la chiesa di San Sebastiano, Veronese fu chiamato a decorare la Villa Barbaro a Maser, una nuova costruzione dell'architetto Andrea Palladio.
Intorno al 1570, nel frattempo, fu ad Atri, ove risiedeva suo fratello frate, e venne ospitato alla corte degli Acquaviva assieme ad altri pittori di alto livello come i concittadini Tiziano e Tintoretto. Il Veronese realizzò così alcuni quadri per il palazzo degli Acquaviva ad Atri, ma tutti furono sottratti dai tedeschi tra il 1707 e il 1709 durante una guerra contro il Duca di Atri. Oggi sono spartiti tra l'Alte Pinakothek a Monaco di Baviera e la pinacoteca di Kassel.
Il 26 aprile 1566 Veronese sposa Elena Badile (n.1542), la figlia del suo primo maestro, da cui avrà quattro figli e una figlia.
Nel 1573 Veronese completò il dipinto ora conosciuto come Cena nella Casa di Levi, per la parete posteriore del refettorio della Basilica di San Zanipolo. Questo misura più di cinque metri di altezza ed è largo dodici metri, rappresenta un'altra festa veneziana e rappresenta il punto più alto delle sue scene di banchetti, che include anche soldati tedeschi, dei comici nanetti e molti animali; in breve, esotismi classici per le sue rappresentazioni. Proprio nel momento in cui l'uso del colore diventa più intenso e luminoso, la sua attenzione ai sentimenti umani e all'interazione fisica tra le figure diventato più evidenti.
(Wikipedia)