Benozzo Gozzoli, Benozzo di Lese di Sandro (Firenze, 1421 – Pistoia, 4 ottobre 1497), è stato un pittore italiano. Nacque intorno al 1421 nel villaggio di Sant'Ilario a Colombano, presso la Badia a Settimo, Scandicci. Nel 1427 si trasferì con la famiglia a Firenze.
Le ipotesi sulla sua prima formazione degli storici dell'arte risultano piuttosto discordanti: l'ipotesi più accreditata sembrerebbe quella di Giorgio Vasari, secondo il quale, Benozzo sarebbe stato discepolo di Beato Angelico.
Dal Vasari, oltre le poche notizie sulla vita di Benozzo, riceviamo anche il nome con cui lo conosciamo, il vero nome del pittore era infatti Benozzo di Lese, ribattezzato poi dal Vasari, nella seconda stesura delle Vite (1568), come Benozzo Gozzoli.
Di fatto, si ha la certezza che ricevette una valida formazione in maturità dal maestro Angelico, ne fu infatti collaboratore a Firenze nella decorazione del convento e della chiesa di San Marco furono eseguiti dal Gozzoli su progetto dell'Angelico: la Preghiera nell'Orto nella cella 34, Al 1460 risale la Madonna col Bambino e angeli di DetroitlUomo dei Dolori nella cella 39, la Crocefissione con la Vergine e i santi Cosma, Giovanni Evangelista e Pietro Martire nella cella 38.
Il periodo di collaborazione e formazione alla stregua di Beato Angelico terminò nel 1449 con la decorazione delle volte della Cappella Nuova o di San Brizio nella cattedrale di Orvieto; nelle uniche due vele della volta terminate, il Gozzoli eseguì parte delle teste dipinte nei costoloni e alcuni dei volti della vela dei Profeti.
Terminato il sodalizio con il suo maestro, nel 1450 si trasferì in Umbria ed a quell'anno risale l'Annunciazione di Narni, prima opera autonomo e firmata: OPUBENOTDE FLORENT.
Nel maggio del 1459 Benozzo tornò a Firenze, dove sposò la figlia di un mercante di tessuti, da cui ebbe nove figli, fra cui Francesco e Alessio pittori; nel luglio dello stesso anno iniziò il completamento della Cappella dei Magi nel Palazzo dei Medici con il fiabesco Viaggio dei Magi, su commissione di Cosimo de' Medici. In realtà l'episodio evangelico fu solo un pretesto per raffigurare i successi politici della famiglia Medici e immortalare alcuni ritratti di famiglia e di importanti personalità con i quali avevano intessuto rapporti.
Nel 1495 tornò a Firenze in seguito alla discesa di Carlo VIII in Italia e alla cacciata dei Medici, suoi protettori. Dopo alcuni mesi arrivò a Pistoia dove erano i figli Francesco, suo collaboratore, e Giovan Battista, magistrato.
Il giorno prima della sua morte i figli vendettero al cardinale Niccolò Pandolfini, vescovo di Pistoia, due tavole, eseguite con la collaborazione dei figli Francesco e Alessio: la Deposizione dalla Croce del Museo Horne a Firenze e la Resurrezione di Lazzaro della National Gallery of Art di Washington, in cui non v'è più traccia del decorativismo e del mondo fiabesco, ma tutto è retto da modi austeri e drammatici, modi influenzati dalla predicazione di Girolamo Savonarola.
Morì a Pistoia, forse di peste, nel 1497.
(Wikipedia)